Festival di Cannes: La Quinzaine des Italiens

Sarà una Quinzaine molto italiana, al Festival di Cannes. Fuori dal concorso per la Palma d’oro, il nostro cinema avrà una presenza numericamente molto cospicua, con ben sei lungometraggi e due corti distribuiti tra le sezione. La Quinzaine des realisateurs annunciata oggi annovera ben tre produzioni tricolori: ai previsti “Fai bei sogni” di Marco Bellocchio e “La pazza gioia” Paolo Virzì, si è aggiunto “Fiore” di Claudio Giovannesi (“Alì ha gli occhi azzurri”), uno tra i più promettenti registi italiani emergenti. La parziale delusione per l’esclusione dalla gara, che arriva però l’anno dopo la tripletta in gara a Cannes 2015, è così più che compensata. E si è raggiunto un numero totale di titoli che ha pochi precedenti negli ultimi lustri di festival.
La sezione parallela e non ufficiale della kermesse della Costa Azzurra presenta anche quest’anno un programma di tutto riguardo, con nomi di primo piano. Su tutti il quarantenne cileno Pablo Larrain che non sbaglia un film: dopo “Fuga”, “Tony Manero”, “Post Mortem”, “No” ed “El Club”, si presenta con il biografico “Neruda”, con Luis Gnecco nel ruolo del poeta, affiancato da Gael Garcia Bernal e Alfredo Castro.
Ancora “Dog Eat Dog” dell’americano Paul Schrader, “L’économie de couple” del belga Joaquim Lafosse, “L’effet aquatique” dell’islandese Solveig Anspach e “Poesia sin fin” di Alejandro Jodorowsky. Ci sono poi quattro esordienti: “Divines” di Houda Benyamina, “Ma vie de courgette” di Claude Barras, “Mercenaire” di Sacha Wolff e “Wolf and Sheep” di Shahrbanoo Sadat. Completano la selezione “Mean Dreams” di Nathan Morlando, “Two Lovers” di Kim Nguyen, “Tour de France” di Rachid Djaidani, “Raman Ragav 2.0” di Anurag Kashyap e i documentari “Les vies de Thérèse” di Sébastien Lifshitz e “Risk” di Laura Poitras.
Tra i cortometraggi spicca la presenza di “Listening to Beethoven” del grande animatore russo Garri Bardine.
Anche la 55° Semaine de la critique presenta, tra le proiezioni speciali, “I tempi felici verranno presto” del friulano Alessandro Comodin, rivelatosi con “L’estate di Giacomo” (2012). Di nuovo un film sulla giovinezza, una fiaba ambientata in una foresta di misteri e lupi: nel cast ci sono Sabrina Seyvecou, Erikas Sizonovas, Luca Bernardi e Carlo Rigoni.
Tutti i film della Settimana vengono da Europa e Asia. Per l’apertura c’è “”Victoria”, secondo film di Justine Triet che si era fatta notare con “La battaglia di Solferino”, e fuori concorso anche il turco “Apnee” di Jean-Christophe Meurisse”. In gara sette lungometraggi, cinque opere prime e due opere seconde. Concorrono il turco “Album” di Mehmet Can Mertoglu, il franco-cambogiano “Diamond Island” di Davy Chou, il francese “Raw” di Julia Ducournau, lo spagnolo “Mimosas” di Oliver Laxe (già alla Quinzaine con il suo esordio “Todos vós sodes capitáns”), l’israeliano “One Week and a Day” di Asaph Polonsky, il libanese “Tramontane” di Vatche Boulghourjian e, da Singapore, “A Yellow Bird”di K. Rajagopal.
Nicola Falcinella

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