11mo Corso di Cultura italiana a Gargnano

Le recensioni di alcuni film presentati durante la manifestazione gardesana, scritte dai ragazzi dei tre gruppi partecipanti.

 

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FORTAPASC

E’ un film ispirato ad un fatto di cronaca accaduto nel 1985: il giornalista Giancarlo Siani, che lavorava per il Mattino di Torre Annunziata, viene ucciso dalla camorra per le sue indagini riguardanti le relazioni tra i boss locali e i politici collusi.
E’ una biografia realistica del protagonista: da una parte ci mostra il suo coraggio e la determinazione sul piano professionale, dall’altra non ci nasconde le sue debolezze e le esitazioni nella sua vita privata.
Marco Risi è abilmente riuscito a mettere in evidenza la grandezza morale di un ragazzo semplice, comune, di soli 26 anni, che ha lasciato una traccia nella storia della lotta contro la mafia, un meccanismo molto più grande di lui. E’ rimasto fedele alle proprie convinzioni ed ideali pur essendo consapevole di rischiare la vita. Forse, non avrebbe ascoltato la canzone di Vasco Rossi (“Ogni volta”),  se avesse saputo che stavano per ammazzarlo cinque minuti dopo, ma sicuramente avrebbe continuato a fare il lavoro del “giornalista giornalista”…
Tante sono le immagini che colpiscono lo spettatore: Napoli sotto assedio (da qui il felice titolo del film), la crudeltà inverosimile delle azioni della mafia, la quantità incredibile delle armi nascoste nel pullman, la ragazzina che cerca invano di entrare in una chiesa per salvarsi, la pomposità della festa che celebra la prima comunione del figlio del boss mafioso, la pioggia che “poteva fare pulizia, ma anche la pioggia a Torre Annunziata diventava subito fango”, destinato a “sporcare” a lungo la città e la società napoletana.
Gruppo I

REALITY . Un dramma con la “D” maiuscola

Il personaggio principale, Luciano Ciotola, quarantenne, abita a Napoli insieme alla sua famiglia. È il proprietario di una pescheria dove lavora e arrotonda svolgendo un lavoro sottobanco con la moglie vendendo alle pensionate improbabili robottini da cucina. Spinto dai figli e sicuro di essere un uomo di spettacolo, Luciano partecipa al provino del Grande Fratello. Questo sogno lo porterà a mettere in gioco famiglia e lavoro: decide, quindi, di vendere il negozio e donare alla gente del quartiere la propria roba.Iniziano, per il protagonista, una serie di situazioni kafkiane con lo scopo finale di partecipare al reality.
Matteo Garrone, regista romano, torna a Napoli con l’intenzione di girare una commedia, in realtà il film risulta avere tinte più drammatiche e ci mostra una realtà sociale complessa e comune ai quartieri poveri delle città dove la subcultura televisiva ha un posto centrale. L’interpretazione di Aniello Arena un ex carcerato, rende molto bene la progressiva trasformazione di Ciotola da buon padre di famiglia ad aspirante quanto improbabile star televisiva. Ispirato alla figura di Enzo, ex partecipante della casa, il protagonista cerca di emularlo alla ricerca di una vita che esiste soltanto nella sua testa sempre più rapita da questa idea stravagante. Se da una parte l’ossessione del protagonista si fa sempre più incontrollabile, dall’altra, la moglie e il socio sono gli unici a dissuaderlo a continuare, spingendolo attraverso un percorso religioso spirituale dalle sfumature comiche.
Il finale, in cui si sente la risata isterica del protagonista, è aperto a diverse letture che non attenuano il senso di inquietudine che tutta questa storia vuole trasmetterci.
Gruppo II

SMETTO QUANDO VOGLIO

In un paese in cui le professionalità non vengono valorizzate al contrario vengono bistrattate, un gruppo di amici ricercatori universitari decidono di riprendersi una rivincita sfruttando le loro competenze organizzando una banda dedita allo spaccio di una sostanza stupefacente “legale” da loro sintetizzata. Pietro Zinni, la mente dell’organizzazione, si rende conto che è in grado di poter sintetizzare una droga non ancora riconosciuta illegale dallo Stato per risolvere i suoi problemi economici e riscattare in parte la sua dignità e quella dei suoi colleghi ricercatori. La loro idea ottiene un grande successo che attira l’attenzione sia della polizia che degli “esperti del settore”. È una commedia divertente che mette in risalto il problema sociale del mancato interesse ad
investire nell’università e nella cultura. Sfruttando in modo ironico le loro professionalità accademiche, come i due esperti latinisti, benzinai di notte in una stazione gestita da un cingalese, oppure l’antropologo costretto a nascondere la sua laurea per ottenere un lavoro da operaio, si creano situazioni esilaranti che sottolineano il contrasto dei due contesti criminale e scientifico. Il film è ispirato da un certo tipo di cinema americano alla Tarantino e alcune scene sono esplicitamente degli omaggi a quel cinema, una cosa rara per il cinema italiano. La fotografia con un filtro “flou pop” che esalta i colori gialli e verdi è stata scelta per restituire il senso confusionale  di un’esperienza lisergica e la colonna sonora del film accentua l’atmosfera della commedia, l’energia e il suo ritmo incalzante. L’ intero cast ha dato una prova eccezionale, si sente che si sia creato tra gli attori un affiatamento particolare che ha giovato alla comicità del film. Ottima anche la prova di Valeria Solarino, unico personaggio femminile del film, che rappresenta la coscienza morale del protagonista e che resta fedele alla sua rettitudine fino alla fine. Il film rappresenta una boccata di aria fresca nel panorama del cinema italiano contemporaneo ed è un esempio riuscito di  sintesi tra il Pulp Fiction e la Banda degli Onesti.

Gruppo III

 

Articolo di Redazione

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