68° Festival di Locarno: tutti i premi alla carriera

Come ogni anno, anche il Festival di Locarno assegnerà parecchi premi a registi, attori e personalità del mondo del cinema.

Su tutto c’è il Pardo d’onore doppio a Michael Cimino e Marco Bellocchio, cui Locarno aveva già dedicato la retrospettiva nel 1998. Due autori distantissimi tra loro ma che, in modi diversi, hanno segnato e influenzato la scena contemporanea. Uno esponente di quel cinema americano in tutti i sensi “bigger than life”, di progetti ambiziosi e produzioni colossali fino al disastro de “I cancelli del cielo”. L’altro voce di un cinema d’autore europeo di forte vocazione politica e una solida matrice intellettuale.

Il primo ritirerà il premio domenica 9 in Piazza Grande prima della proiezione de “Il cacciatore – The Deer Hunter” (1978), il suo più conosciuto. In suo onore saranno riproposti al pubblico festivaliero altri tre titoli: “Una calibro 20 per lo specialista” (1974, con Cint Eastwood), “I cancelli del cielo” (1980) e “L’anno del dragone” (1986).

Il riconoscimento a Bellocchio sarà consegnato la sera di venerdì 14 a precedere “I pugni in tasca” (1965), che resta uno dei più folgoranti esordi della storia del cinema italiano. Il premio è completato dalle proiezioni di “L’ora di religione” (2002), “Buongiorno, notte” (2003) e “Vincere” (2009) e da un incontro pubblico con il cineasta piacentino.

Riconoscimenti anche agli attori Edward Norton (che introdurrà “Fight Club” di David Fincher nella giornata inaugurale) e Andy Garcia: al primo l’Excellence Award, al secondo il Leopard Club Award. Il Vision Award andrà a Walter Murch, regista e montatore (“Apocalypse Now”) di culto. Un Pardo alla carriera all’attrice francese Bulle Ogier (“Bella sempre” di Manoel de Oliveira) e al novantenne regista russo, ma nato a Tbilisi, Marlen Khutsiev (tra i suoi lavori “Ho vent’anni” del 1965, “Ijul’skij dožd’ – July Rain” del 1966, “Era il mese di maggio” del 1970 e “Infinitas” del 1992).

Ancora l’omaggio al direttore della fotografia messicano d’origine candese Alex Phillips (collaborò, tra gli altri, con Luis Bunuel), il Premio Cinema Ticino all’attore Teco Celio (ha lavorato con Kieslowski in “Film rosso” e ha frequentato spesso il cinema italiano tra “La tregua”, “L’amore probabilmente”, “Habemus Papam”, “Texas”, “Giorni e nuvole”, “L’ultimo terrestre”, “Zoran il mio nipote scemo” fino a “La buca”) e gli omaggi ai cineasti svizzeri Georges Schwizgebel (il corto animato “Erlkönig” sarà mostrato sulla Piazza Grande) e Kurt Früh.

Infine il Premio Rezzonico, dedicato a un produttore e intitolato allo storico presidente della rassegna, andrà a Office Kitano, la casa di produzione di Takeshi Kitano che tra gli altri ha prodotto gli ultimi lavori del cinese Jia Zhang-ke.

Nicola Falcinella

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