Un film in concorso, “Bella e perduta” di Pietro Marcello, e diversi altri titoli nelle altre sezioni. Oltre a Pardo d’onore a Marco Bellocchio. La rappresentanza del cinema italiano al 68° Festival del Film di Locarno, in programma da domani a sabato 15 agosto, è come sempre folta e distribuita sulle diverse sezioni.
In prima fila c’è il nuovo lavoro di Marcello (“Passaggio della linea”, “La bocca del lupo”), scritto con Maurizio Bracci e con la voce di Elio Germano, su un Pulcinella dei giorni nostri mandato in Campania per esaudire le ultime volontà di un pastore e salvare il bufalo Sarchiapone.
Nel concorso Cineasti del presente c’è “Moj brate – Mio fratello”, debutto di Nazareno Manuel Nicoletti prodotto dal Centro sperimentale di cinematografia in coproduzione con Canada e Bosnia, con Stefano Gabrini interprete principale.
Fuori concorso ci sono due documentari importanti. “Genitori” di Alberto Fasulo (conosciuto per “Tir”) racconta l’esperienza di un gruppo di padri e madri con figli disabili che per 16 anni si sono incontrati una volta ogni due settimane, e “I sogni del lago salato” di Andrea Segre, sulla crescita economica del Kazakistan. E ancora l’opera prima “Vivere alla grande” di Fabio Leli, che si fa notare anche per le due ore e 40 minuti di lunghezza, e “Romeo e Giulietta” di Massimo Coppola con Valerio Mastandrea.
In Piazza Grande, un palcoscenico per un pubblico largo sul quale il cinema italiano fa sempre più fatica a essere presente, passerà il corto “Pastorale cilentana” di Mario Martone, mercoledì 12 a precedere “Amnesia” di Barbet Schroeder.
La sezione Signs of Life raccoglie opere difficili da catalogare, tra le quali figura “L’infinita Fabbrica del Duomo” di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti. I due documentaristi (“Il castello”, “Materia oscura”) mostrano il continuo, silenzioso e anonimo lavoro che c’è dietro la conservazione del Duomo di Milano, dalla cava del marmo alla lavorazione fino all’edificio sacro con i suoi ritmi e i suoi simboli.
Nel concorso Pardi di domani c’è il cortometraggio “Lampedusa” di Philip Cartelli e Mariangela Ciccarello.
Bellocchio, già omaggiato dal festival nel 1998 con una retrospettiva integrale, presenterà il suo fondamentale film di debutto “I pugni in tasca” (1965) in Piazza Grande e altri tre lavori recenti: “L’ora di religione” (2002), “Buongiorno, notte” (2003) e “Vincere” (2009).
Una serata speciale come appendice del festival domenica 16 agosto, con la proiezione di “Asino vola” di Marcello Fonte e Paolo Tripodi.
Infine i giurati: il critico cinematografico Cristina Piccino a giudicare le opere prime e la regista Laura Bispuri (“Vergine giurata”) per i cortometraggi.
Nicola Falcinella