“Monitor” e “Antonia” vincono al Film Festival del Garda

Due film italiani hanno vinto il 9° Film Festival del Garda (www.filmfestivaldelgarda.it). A conclusione di quattro intense giornate di proiezioni e incontri, la giuria e il pubblico hanno espresso il loro verdetto premiando due dei cinque lungometraggi in concorso.
Per la manifestazione si chiude un’edizione di successo, con un’ottima partecipazione di pubblico, nonostante le incerte condizioni meteo e la concomitanza con i Campionati europei di calcio, a tutte le iniziative: i lungometraggi in gara, l’arena serale, le proiezioni supine, il Focus Slovenia, il Garda Ciak e la passegiata cinematografica a Salò.
La giuria della critica, composta da Angelo Signorelli (Bergamo Film Meeting), Caterina Rossi (Laba/Radio Onda d’urto) e Ilaria Feole (FilmTv), ha scelto di premiare “Antonia” di Ferdinando Cito Filomarino con la seguente motivazione:
“Per la capacità di riscoprire e soprattutto raccontare una figura cruciale nel panorama letterario italiano del Novecento, restituendone la complessità, la dimensione intima e la grande energia creativa. Del film vanno apprezzati la messa in scena misurata e accurata dei dettagli e l’interpretazione appassionata e intensa dell’attrice protagonista Lidia Caridi”.
Una menzione speciale è stata assegnata a “A Long Story” della regista olandese Jorien van Nes con la motivazione:
“Per la solidità di un racconto che unisce la vita di personaggi ben tratteggiati con un affresco sociale convincente di due realtà europee distanti ma in dialogo”.
Il premio del pubblico, espresso con il voto degli spettatori presenti alle proiezioni, è invece andato a “Monitor” di Alessio Lauria.
“Antonia” ripercorre la breve vita della poetessa milanese Antonia Pozzi. Una donna suicida nel 1938 a soli 26 anni e pubblicata e scoperta solo la sua morte: Eugenio Montale la definì una dei più grandi poeti del ‘900.
“A Long Story” è toccante viaggio a ritroso verso la Romania per fare i conti con il passato. È la storia di un uomo, Ward, che, in seguito alla morte della moglie, decide di rimettere in ordine la propria vita ristrutturando la vecchia casa. Affida i lavori a Doru, un romeno che ha con sé il figlio di nove anni. Quando l’operaio scompare all’improvviso, a Ward non resta che accompagnare il bambino al suo paese dalla madre.
“Monitor”, con Michele Alhaique, Valeria Bilello e Claudio Gioè, è collocato in una grande azienda, in un presente parallelo al nostro, introducendi la figura del monitor che ascolta senza essere visto i problemi dei dipendenti. Ma anche Paolo, il migliore dei monitor, un giorno va in crisi e l’azienda non è più perfetta come appare.
Il festival si è concluso, dopo la cerimonia di premiazione, con capolavoro restaurato “Il cielo può attendere” (1943) di Ernst Lubitsch con Charles Coburn, Marjorie Main, Gene Tierney e Dom Ameche.

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