Locarno Festival, appuntamenti sull’Empire State Building

C’è un filo che lega la bella retrospettiva che il 71° Locarno Festival dedica al regista Leo McCarey e il Leopard Club Award consegnato a Meg Ryan. Un doppio filo, anzi. Uno dei film più noti interpretati dall’attrice, e naturalmente inserito nell’omaggio locarnese, è “Insonnia d’amore” (1993) di Nora Ephron, dove era al fianco di Tom Hanks in una storia d’amore a distanza con appuntamento a New York sull’Empire State Building. Una citazione esplicita di ben due film di Leo McCarey: “Un grande amore” (1939) con Irene Dunne e Charles Boyer e “Un amore splendido” (1957) con Cary Grant e Deborah Kerr. Si tratta di due pellicole entrambe molto belle, che sono il remake molto fedele una dell’altra, la prima in bianco e nero, la seconda in cinemascope a colori. Un pittore seduttore e un’aspirante cantante si incontrano su un transatlantico, entrambi si devono sposare e si danno appuntamento sei mesi dopo sul grattacielo che vedono entrambo nel porto di New York. Due capisaldi della commedia sentimentale, genere di cui la Ryan è stata la reginetta tra la fine degli anni ’80 e i ’90, da “Harry ti presento Sally” in poi. Per segno del destino, l’attrice aveva esordito ventenne nell’ultimo film di un altro grandissimo, George Cukor, in “Ricche e famose”. Dopo un ruolo secondario in “Top Gun”, recitò in “Salto nel buio” di Joe Dante prima di trovare il successo. La sua aria da ragazza della porta accanto non le ha impedito di calarsi in ruoli più provocatori e rischiosi come in “The Doors” di Oliver Stone o “In The Cut” di Jane Campion, proiettato in Piazza Grande dopo la cerimonia di consegna del premio. Negli ultimi anni le apparizioni sullo schermo della Ryan sono diventate più rare, ma nel 2015 ha esordito come regista con “Ithaca”.
Nicola Falcinella

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