Festival di Cannes: “Les fantomes d’Ismael” di Deplechin aprirà l’edizione del 70°

Claudia Cardinale sul manifesto, Monica Bellucci madrina, “Les fantomes d’Ismael” di Arnaud Desplechin con Charlotte Gainsbourg e Marion Cotillard in apertura, 18 film in concorso, quattro eventi speciali per l’anniversario, compreso il postumo “24 Frames” di Abbas Kiarostami. Si presenta così la 70° edizione del Festival di Cannes, la rassegna di cinema più importante e influente, in programma dal 17 al 28 maggio. Ci si aspettavano forse più fuochi d’artificio per un compleanno importante: i nomi di peso, vecchie conoscenze della Croisette, ci sono, da Michael Haneke a Todd Haynes, ma forse qualcosa manca (qualcuno sarà aggiunto prima del 17 maggio?), e ci sono anche alcuni nomi nuovi o “promozioni” in concorso. Tra questi si notano Noah Baumbach con “The Meyerowitz Stories” con Adam Sandler, Emma Thompson e Ben Stiller e il coreano Bong Joon-Ho con “Okja” con Jake Gyllenhaal e Tilda Swinton, curiosamente entrambi distribuiti da Netflix, sempre più presente e potente anche in ambito cinematografico.
L’impianto del festival è consolidato, le scelte rientrano nell’assetto stabilizzato dalla direzione Thierry Fremaux, senza grandi colpi d’ala o rischi, ma con una fidelizzazione degli autori e una lenta inclusione di nomi nuovi tra i registi da concorso. Difficile reggere il confronto con un’edizione maiuscola come quella del 2016, anche se qualche film che si annuncia molto interessante (Haneke o Loznitsa, per fare due nomi) c’è, ma bisognerà aspettare la prova del grande schermo. Come ci si aspettava, non c’è nessun italiano in competizione ma ce ne sono due nella sezione ufficiale Un certain regard, che da qualche anno assegna a sua volta premi: selezionati “Fortunata” di Sergio Castellitto con Jasmine Trinca e Stefano Accorsi e “Après la guerre”, esordio italo-francese di Annarita Zambrano.
Desplechin, dopo l’esclusione che fece scalpore con “Trois souvenirs de ma jeunesse”, torna al posto che gli compete, con il ruolo di responsabilità di aprire il festival. I francesi in gara sono invece quattro: “Rodin” di Jacques Doillon, “Le redoutable” di Michel Hazanavicius con Louis Garrel nei panni del regista Jean-Luc Godard, “120 battemets par minute” di Robin Campillo e “L’amant double” di François Ozon con Marine Vacht e Jeremie Rénier. Collocati invece in Un certain regard i lavori di altri due nomi di peso, “L’atelier” di Laurent Cantet (cosceneggiato da Campillo, più volte collaboratore del regista Palma d’Oro per “La classe” nel 2008) e “Barbara” di Mathieu Amalric.
L’unico regista in gara già vincitore di una Palma è Michael Haneke, che ne ha ottenute ben due, con “Il nastro bianco” e “Amour”: una tripletta sarebbe davvero un “Happy End”, con nel cast Isabelle Huppert e Jean-Louis Trintignant. Tra i nomi affermati: Todd Haines con “Wonderstrucke” e Julianne Moore in un doppio ruolo; “The Beguiled” (remake di “La notte brava del soldato Jonathan” di Don Siegel) di Sofia Coppola con Kristen Dunst, Elle Fanning, Nicole Kidman e Colin Farrell; “A Gentle Creature” dell’ucraino Sergej Loznitsa; “Nelyubov – Loveless” del russo Andrei Zvyagintsev; “Geu-Hu” del coreano Hong Sangsoo di nuovo con Isabelle Huppert; “Ikari – Radiance” della giapponese Naomi Kawase; “Aus dem nichts – In the Fade” del turco-tedesco Fatih Akin. Completano la selezione “Jupiter’s Moon” dell’ungherese Kornel Mondruczo, già premiato a Cannes, “Good Time” di Benny e Josh Safdie, “You Were Never Really Here” della britannica Lynne Ramsay con Joaquin Phoenix e “The Killing of a Sacred Deer” di Yorgos Lanthimos, ancora con la coppia Farrell – Kidman. Dall’elenco dei film in gara, in prevalenza franco – americani, mancano Cina, Sudamerica, Africa e Oceania. Come anticipato in precedenza, il presidente di giuria sarà Pedro Almodovar.
Tra i 16 film del Regard, compresi sette esordi, sono da segnalare soprattutto “Before We Vanish” del giapponese Kiyoshi Kurosawa, “Lee filles d’Avril” del messicano Michel Franco e “Lerd – Dregs” dell’iraniano Mohammad Rasolouf.
Nel Fuori concorso spicca l’attesa prima mondiale di due episodi della terza stagione di “Twin Peaks” di David Lynch, appuntamento che scatenerà fan e non solo. Tra gli altri titoli “Visages, villages” di Agnès Varda e JR, “Blade of the Immortal” di Takashi Miike e “How to Talk to Girls at Parties” di John Cameron Mitchell (“Shortbus”) con la Kidman, presente anche nella miniserie di Jane Campion “Top of the Lake”. Ancora “Napalm” di Claude Lanzmann, “Clair’s Camera” di un Hong Sangsoo che raddoppia (quest’anno già in concorso a Berlino con “On The Beach At Night alone”, premiato con l’Orso per la migliore attrice), “Sea Sorrow” primo film da regista di Vanessa Redgrave, “Promised Land” di Eugene Jarecki, “12 jours” di Raymond Depardon. Ancora “24 Frames” di Kiarostami, il primo cortometraggio di Kristen Stewart come regista, “Come Swim”, e due film coreani tra le proiezioni di mezzanotte. In risposta forse al primo concorso in Virtual Reality lanciato dalla Mostra del cinema di Venezia, sarà presentato “Carne y Arena” realizzato in VR dal premio Oscar messicano Alejandro Gonzales Inarritu. E Cannes si allinea a Venezia anche nel “cedimento” verso le serie tv, presentadone ben due, seppure di prestigio e griffate Lynch e Campion, entrambi già vincitori di Palme d’oro, rispettivamente per “Cuore selvaggio” e “Lezioni di piano”.
Nelle prossime settimane saranno annunciati anche i programmi delle parallele sezioni Quinzaine des réalisateurs e Semaine della Critique, a completare il quadro, ma non sono escluse aggiunte anche nella selezione ufficiale.
Nicola Falcinella

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