Ad Agnès Varda la Palma d’oro alla carriera

Una Palma per Agnès Varda. Stasera nella cerimonia di chiusura del 68° Festival di Cannes la grande regista francese, 87 anni tra pochi giorni, riceverà il premio alla carriera. Il riconoscimento che la cineasta, Leone d’oro a Venezia e tanti altri premi in ben 61 anni di cinema, non ha mai raggiunto e che invece vinse suo marito Jacques Demy con “Les parapluies de Chebourg” nel 1963. Dagli inizi come fotografa ufficiale del festival di teatro di Avignone a fine anni ’40 fino a oggi, Varda è una protagonista dell’arte e della cultura mondiale.

Considerarla la più grande regista donna, quale comunque è, resta limitativo. Una grande regista e basta, una di quelle che ha lasciato il segno, un’impronta che ha cambiato il cinema. Anticipatrice della novella vague con il film d’esordio “La Pointe Courte” del 1954, regista di “Cleo dalle 5 alle 7” (1961) e tanti altri titoli come “Senza tetto né legge”, Leone a Venezia nell’85. Una sperimentatrice infaticabile che con il magnifico “Les glaneurs et la glaneuse” (2000), quasi un autoritratto, ha contribuito in modo decisivo al nuovo corso del documentario. I più recenti lavori sono la bellissima autobiografia “Les plages d’Agnès” (2008) e la serie in cinque episodi “Agnès de ci de là Varda” (2011) che riunisce con ironia viaggi e incontri degli ultimi anni.

Una cineasta sempre all’avanguardia che ha nella curiosità il tratto più marcato del carattere e della poetica. Una regista colta, capace di lunghe dissertazioni pittoriche, amante del calembour, sempre in avanscoperta (nella Cina degli anni ’50, nella Cuba subito dopo la rivoluzione, tra le Black Panthers americane), femminista, protagonista di tante battaglie e così legata al marito collega Jacques Demy da realizzare tre lungometraggi su di lui e dedicarsi al restauro e alla riedizione dei suoi film.

Tra tutti i premi che saranno consegnati a Cannes, sarà sicuramente il più meritato.

Nicola Falcinella

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