Il regista fantasma texano continua il percorso cinematografico intrapreso con “The trees of life” e il nuovo “Knight of cups” e’ il secondo ramo del film gemello “To the Wonder”.
La narrazione e’ diventata una cornice, il suo cinema una continua ricerca che non sente la necessita’ di rispettare nessun canone stilistico se non il propri, slegato dalla storia fine a se stessa.
A differenza del film madre (The tree of life), dove la natura si fonde con l’immagine dando vita ad un poema visivo a tratti sconvolgente, e’ l’archittetura a prendere il sopravvento. Il segno dell’uomo, sopra la terra.
Perfetta la scelta della città degli Angeli, dove si fondono tra loro bellezza e decadenza, profondità e superficialità.
Emblematico il mondo femminile che circonda il protagonista che spazia tra personalità opposte e spesso contrastanti. Dalla ballerina di lap dance al medico interpretato da Cate Blanchett, alla madre di suo figlio, la straordinaria Natalie Portman.
Nonostante il film sia diviso in capitoli, come ad indicare una progressione di lettura, il tempo pare del tutto ininfluente. E’ lo sguardo interiore dei protagonisti l’essenziale del racconto. Sono loro i protagonsiti della favola moderna di Malick.
Vediamo se la giuria saprà osare e premiare quello che pare essere il film più completo dell’autore.
Alessandro Zanelli
Veronica Maffizzoli